Deducibilità fiscale della previdenza complementare: approfitta del vantaggio nel 2021

Ormai dicembre è arrivato e la fine dell’anno è più vicina. È arrivato quindi quel momento in cui si cerca di portare a termine tutto quello che ci si era prefissati di fare. Una delle più importanti, ma spesso non tenuta in considerazione, è la deducibilità fiscale della previdenza complementare.

La costruzione di una pensione integrativa, oltra ad essere utile per il proprio futuro, costituisce un vero “premio”: la deducibilità fiscale di quanto versato alla previdenza complementare fino a ben 5.164,57 euro all’anno. Questo permette di risparmiare sulle imposte IRPEF ogni anno.

Per sfruttare la deduzione fiscale del fondo pensione nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno bisogna contribuire entro dicembre 2021.

Tutti posso trarre vantaggio dalla deducibilità fiscale della previdenza complementare:

  • chi ha già un fondo pensione
  • chi ancora deve aderire alla previdenza complementare
  • lavoratori e non, come gli studenti
  • genitori che vogliono iscrivere un figlio
  • pensionati

La fine del periodo di imposta rilevante ai fini IRPEF è vicina. Questo comporta che nella dichiarazione dei redditi che verrà presentata nel 2022, si potranno dedurre dai redditi 2021 solamente i contributi versati entro dicembre. Ovviamente i “ritardatari” non perderanno i loro versamenti, ma questi andranno in deduzione per l’anno di imposta successivo.

In cosa consiste la Deducibilità fiscale 2021 e quando sfruttarla

L’entità del beneficio fiscale varia a seconda del reddito IRPEF complessivo da dichiarare e dei versamenti annui, in quanto strettamente collegato all’ultima aliquota prevista per scaglione di reddito, che vanno dal 23% per il primo scaglione fino al massimo del 43% per l’ultimo scaglione.

Scaglioni di redditoAliquote
Fino a 15.000€23%
da 15.001€ a 28.000€ 27%
da 28.001€ a 55.000€38%
da 55.001€ a 75.000€41%
oltre 75.000€43%

In alcuni casi, quindi, è possibile ottenere un risparmio fiscale che è quasi pari alla metà di quanto versato. 

Per esempio, a fronte di un reddito lordo di 76.000 euro vengono applicate tutte le aliquote IRPEF perché si ricade nell’ultimo scaglione dei redditi superiori ai 75.000 euro. Contribuendo nel corso dell’anno esattamente entro il limite di deducibilità di 5.164,57 euro, si ottiene quindi un risparmio di ben 2.220 euro, ossia il 43% di quanto versato.

La detassazione totale dei contributi versati nel fondo pensione

Un altro vantaggio che è possibile sfruttare è quello detassazione totale della pensione integrativa per quanto non dedotto.Basta dichiarare al gestore del fondo pensione che un certo ammontare di contributi non è stato dedotto affinché ne tenga conto.

Vediamo come funziona questa esenzione fiscale finale.

La pensione integrativa, al momento dell’erogazione, è soggetta ad una ritenuta a titolo d’imposta con un’aliquota del 15%, decisamente agevolata rispetto a quelle IRPEF. Dopo quindici anni di partecipazione alla previdenza integrativa scende dello 0,30% ogni anno fino ad arrivare al 9%. 

Ma su cosa si applica? La base imponibile della pensione integrativa non tiene conto:

  • della parte dei rendimenti che sono stati già tassati (al 20% nel fondo pensione anziché al 26% come negli altri strumenti di risparmio)
  • dei contributi che non sono stati dedotti.

Quanto versato e non dedotto, quindi, gode della detassazione totale al momento dell’erogazione.

I contributi potrebbero non essere dedotti per almeno tre motivi:

  1. si va oltre il limite di deducibilità, quindi l’eccedenza non viene dedotta
  2. non si possono dedurre i contributi perché integralmente soggetti alla tassazione agevolata del regime forfettario
  3. si sceglie di non dedurre i contributi preferendo per sé o per un figlio a carico la detassazione totale.

Se quindi si versano contributi nel corso del 2021 e non saranno dedotti nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno basterà comunicarlo al proprio fondo pensione entro dicembre 2022.   

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